Crisi, in 3 mesi 12 mila imprese in meno

Tra tasse in un combinato «letale», burocrazia soffocante, consumi che non rialzano la testa e anzi «serviranno almeno 11 anni per tornare ai livelli pre-crisi», per i commercianti almeno una buona notizia arriva: lo sconto in bolletta elettrica riguarderà il 70% di loro, traducendosi in risparmi dai 3mila euro per un albergo, fino a 400 euro per un ristorante e a 250 euro per un bar, ha assicurato il ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi ai 1.500 in platea all’assemblea Confcommercio.

 

«Non proprio bruscolini» ha aggiunto, anche perché il costo energetico per le pmi italiane è del 30% maggiore rispetto alle imprese del resto d’Europa, ha ricordato Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio.

Non solo la ripresa è lontana e solo nel primo trimestre hanno abbassando le serrande 12 mila imprese del commercio e servizi, «il combinato mal-disposto di Imu, Tasi, Tari potrebbe essere letale per le nostre imprese” avverte Sangalli nel suo intervento all’annuale assise, la 27/ma nella storia della Confcommercio. «Non soltanto c’è il rischio di un incremento di pressione fiscale» ma anche un problema di «crescente incertezza su quanto, quando e come pagare questi complicatissimi tributi». Per questo è urgente spazzare via i lacci soffocanti della burocrazia, come anche incidere sulla spesa pubblica dove i margini sono ancora ampi.

Sangalli riconosce al governo Renzi «una nuova stagione politica», da qui la convinzione di molti che «l’avvio delle riforme è dietro l’angolo. Soprattutto – sottolinea – che non si può tornare indietro”. E l’idea di aver imboccato la strada giusta «ha fatto crescere fiducia e speranza in famiglie e imprese”.

 

Una speranza di crescita che, soprattutto dai risultati delle Europee, «consegna al governo un grande capitale di fiducia», ma anche di «responsabilità netta, soprattutto in vista del semestre italiano di Presidenza Ue». Avanti tutta quindi sulle riforme perché, ammonisce il presidente Confcommercio, «l’Italia è ancora malata di bassa crescita, non è fuori pericolo». E il prezzo di riforme mancate lo pagherebbero duramente il Paese e le imprese.

 

Attenti, avverte poi Sangalli in tema di rappresentanze e parti sociali, se per rifiutare la concertazione si finisce per sminuire il ruolo e lo spazio dei corpi intermedi, si commette un errore e arrivano i `forconi´.

L’analisi di Sangalli sui molti nodi che affliggono il tessuto produttivo nazionale è stato preceduto dalla viva voce di imprenditrici e imprenditori `della base´, sul palco a fianco dei vertici Confcommercio. Ai tanti quesiti e dubbi di un albergatore di Lerici, di un commerciante lombardo, di una proprietaria di libreria a Roma, di una negoziante pesarese di prodotti `green´ hanno risposto direttamente il ministro Dario Franceschini (Beni Culturali), il Guardasigilli Andrea Orlando, il viceministro Riccardo Nencini. Guidi ha `aperto´ su un possibile taglio dei costi della moneta elettronica, uno dei `cavalli di battaglia´ dei commercianti, insieme alla liberalizzazione delle aperture domenicali e festive. Anche su questo punto il ministro è stato possibilista: «Non sono contraria – ha detto – all’introduzione a un numero contenuto di giornate di chiusura obbligatoria».

Fonte: La STAMPA.

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