Si può applicare la blockchain alle banche tradizionali?

Pochi mesi fa si pensava che il sistema blockchain fosse uno strumento legato a doppio filo con le cripto valute e che non potesse essere integrato in altri sistemi, ad esempio il circuito delle banche tradizionali. È notizia del 19 maggio invece, dell’esistenza di un report stilato dalla Morgan Stanley che studia l’impatto che potrebbe avere l’avvalersi di questo sistema di sicurezza, ed è in corso un percorso a tappe che dovrà concludersi con il 2025, e che porterà alla completa adozione della blockchain dai circuiti canonici delle banche.

Cos’è la blockchain

Per ora la blockchain (o catena di blocchi) è un sistema ancora indissolubilmente legato a valute virtuali ad esempio, la più famosa, i bitcoin. La blockchain è il registro di tutte le operazioni finanziarie e le transazioni effettuate con i bitcoin: è un sistema innovativo in quanto sfrutta la rete peer-to-peer per funzionare, senza bisogno di un organo centrale dedicato al controllo, è un file esteso che registra tutte le transazioni di bitcoin avvenute dal 2009 a oggi. Le transazioni sono controllate dai nodi, ovvero computer che fanno parte della rete e ognuno può diventare parte di questa rete. Il compito dei nodi è avvalorare le transazioni, che risultano eseguibili con il consenso del 50%+1 dei nodi. Le transazioni sono poi registrate in ordine cronologico e protette da crittografia in modo da rendere impossibile spendere due volte la stessa somma di bitcoin o spendere soldi che non si possiedono. La protezione da crittografia impedisce anche la modificazione di un blocco, tale per cui se succede, si invalidano tutti quelli successivi; inoltre protegge anche dall’eventuale creazione di blocchi successivi. Dato che la blockchain è un file, è liberamente scaricabile, e ogni computer può conservarlo tutto o in parte.

E cosa sono i bitcoin

Sono definiti come moneta virtuale, però di fatto è più corretto definirli informazioni. I bitcoin sono stati progettati per non essere illimitati, anzi, la loro generazione è strettamente controllata: il numero di bitcoin in circolazione tende al limite di 21 milioni. Questo anche per scongiurare l’inflazione e la perdita di valore. I bitcoin vengono immessi in rete ogni 10 minuti circa e chi prende parte in modo attivo come nodo può impegnarsi in attività di mining ovvero “estrazione”: dedicando la propria potenza di calcolo alla gestione e alla messa in sicurezza della rete stessa, un nodo si impegna anche a risolvere gli algoritmi che imprigionano i bitcoin. La somma corrisposta è proporzionale alla potenza computazionale che aggiunge alla rete. In alternativa stanno nascendo programmi di scambio di valuta corrente in bitcoin, oltre ad essere acquistabili su Ebay e Amazon.
Chi partecipa alla rete bitcoin possiede un portafoglio, che è un programma contente chiavi e indirizzi obbligatori per eseguire operazioni, come ad esempio spedire e ricevere denaro. Ogni portafoglio contiene un numero di chiavi crittografiche, i punti di invio o ricezione del denaro sono detti chiavi pubbliche o indirizzi bitcoin. Nel corso di una transazione, a una moneta viene applicata la chiave pubblica del ricevente e viene firmata con la chiave privata del mittente. A questo punto la rete di nodi valida le firme crittografiche e la somma trasferita e accetta la transazione.

La blockchain come sistema per il mondo finanziario

L’idea attuale, da sviluppare da qui al 2025 è slegare il sistema della blockchain dai bitcoin e applicarlo invece alle banche. I principali vantaggi dall’adozione di questo database è l’estrema sicurezza garantita per dati e utenti, senza il bisogno di creare sullo sfondo un’architettura per la verifica. Le transazioni saranno tutte registrate e quindi accessibili per il controllo anche da enti di vigilanza o giudici, inoltre eliminerà le controversie e le frodi, grazie al sistema dei nodi. Ma ci sono ancora difetti da superare: la blockchain e le cripto valute non hanno ancora la fiducia e la trasparenza che richiede il mondo finanziario rigidamente regolato, anche per quanto riguarda la privacy. C’è bisogno di una distribuzione più mirata dei dati, in modo da renderli accessibili solo ai partecipanti della transazione e una standardizzzazione dei sistemi di file estesi come la blockchain; deve inoltre dimostrarsi immune agli attacchi e dimostrare la sua affidabilità in modo da non minare la stabilità di tutto il sistema economico, infine, deve dimostrarsi in grado di essere un sistema scalabile, per adattarsi ai volumi dell’economia reale, molto più grandi di quella delle cripto valute.

A.T. per Kreos srl